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Il 2024 segnerà un momento storico, e non in senso positivo: per la prima volta, la temperatura media globale dell’intero anno supererà la soglia di +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. A dirlo è il servizio di monitoraggio climatico Copernicus, che attribuisce l’anomalia al riscaldamento globale e al fenomeno de El Niño. Anche se, terminato El Niño, il dato potrebbe leggermente calare, è comunque un segnale chiaro dell’urgenza climatica che stiamo vivendo. 

Most people have to understand that the urgency is there: we have a few years, according to science, to be able to stabilize the increase of temperature. But at the same time to stabilize in those few years, we need financial resources and we need international cooperation.” ha detto il viceministro dell’ambiente brasiliano André Corrêa do Lago rivolgendosi alla Comunità Internazionale sottolineando che c’è davvero poco tempo, occorrono soldi e cooperazione.

Comincia oggi a Baku, in Azerbaijan, la COP29 – la 29° conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico. Quest’anno si discuterà principalmente di aspetti economici, cioè del contributo economico che i paesi più industrializzati (principali artefici degli effetti negativi sul clima) dovranno mettere a disposizione per quelli in via di sviluppo per contrastare la crisi climatica.

 

Cosa Significa Superare la Soglia di 1,5°C?

La soglia di 1,5°C è stata identificata dagli scienziati come un punto limite oltre il quale i rischi legati ai cambiamenti climatici aumentano drasticamente: eventi estremi, come ondate di calore, incendi, siccità e inondazioni, diventano sempre più frequenti e intensi. Il superamento di questa soglia rappresenta non solo un record negativo, ma anche un campanello d’allarme che dovrebbe mobilitare governi, aziende e cittadini.

Secondo Samantha Burgess, vicedirettrice di Copernicus, “questo dato segna una nuova pietra miliare nei record di temperatura globale e dovrebbe fungere da catalizzatore per aumentare l’ambizione nella prossima Conferenza sui cambiamenti climatici, COP29”. I leader mondiali saranno quindi chiamati a discutere di nuove azioni concrete per ridurre le emissioni e rallentare il riscaldamento.

Differenza di temperatura annuale rispetto alla media 1850-1900

Un Futuro a +1,5°C: Cosa ci Aspetta?

Superare stabilmente i +1,5°C significa entrare in un’era climatica ancora più incerta e instabile. Potremmo dover fare i conti con perdita di biodiversità, effetti devastanti sugli ecosistemi marini e terrestri e danni economici crescenti. E se la lotta per rimanere entro la soglia di +1,5°C sembra ormai compromessa, la sfida si sposta ora sul limitare ogni ulteriore aumento, anche di pochi decimi di grado. Ogni piccolo incremento può fare la differenza.

 

Cosa Possiamo Fare?

Davanti a questa realtà, ognuno di noi ha un ruolo importante. Ridurre il proprio impatto ambientale attraverso scelte quotidiane sostenibili, come ridurre il consumo di energia, limitare l’uso dell’auto privata, preferire prodotti locali e diminuire il consumo di carne, può contribuire a fare la differenza. Ma il cambiamento deve partire soprattutto dall’alto, con politiche più ambiziose e investimenti nella transizione energetica e nelle energie rinnovabili.

 

Una chiamata all’azione che sembra sempre meno ascoltata

Questo nuovo record non è solo un numero, ma un richiamo a un’azione urgente. Le temperature in crescita non ci lasciano più spazio per compromessi o rimandi. La COP29 potrebbe essere un’opportunità per rinnovare gli impegni mondiali e accelerare la lotta contro il cambiamento climatico. Raggiungere e superare la soglia di 1,5°C è un segnale d’allarme, ma può anche essere la spinta che ci serve per lavorare insieme e costruire un futuro più sostenibile.

Tuttavia se gli effetti della crisi climatica e le conseguenti devastazioni provocate dagli eventi climatici estremi hanno occupato ormai le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, interventi congiunti come la COP nati dal desiderio di trovare delle soluzioni concrete ed efficaci di contrasto al cambiamento climatico sembrano sempre meno credibili.  Quest’ anno la conferenza si apre a ridosso di un’elezione americana dove ha vinto il più grande negazionista climatica, con la prospettiva di una completa uscita già dal prossimo anno dello stato più ricco al mondo.  Inoltre per il terzo anno consecutivo la COP si svolge in una nazione fortemente dipendente dall’estrazione e dall’uso di combustibili fossili, un vero e proprio paradosso per una conferenza che si vuole impegnare ad eliminarli. Davanti a Baku nel 1803 nasceva il primo pozzo offshore della storia e lAzerbaijan è stato il primo Paese ad aprire pozzi petroliferi al mondo. Anche oggi petrolio e gas rappresentano il 40% del Pil nazionale e il 90% dei proventi totali delle esportazioni. A Baku le trivelle sono un simbolo del paese, un’attrazione turistica: nei negozi di souvenir si possono trovare delle calamite che riproducono le trivelle! 

Rallentare il riscaldamento globale richiederà sacrifici e impegno collettivo, ma i benefici per le generazioni future saranno inestimabili. Ora più che mai è il momento di agire, perché ogni decimo di grado conta.